Quiet quitting e quiet hiring: cosa sono? Come influenzano il mercato?
La pandemia, le grandi dimissioni, l’avvento di nuove professioni, l’intelligenza artificiale, nuovi bisogni dei lavoratori e di conseguenza riorganizzazione di tempo e spazio, stanno rivoluzionando e riscrivendo le regole del mondo del lavoro, come abbiamo avuto modo di vedere in articoli precedenti.
Ci sono stati avvenimenti e nuovi fenomeni che hanno inevitabilmente messo in discussione vecchi paradigmi e hanno permesso a una moltitudine di persone di riflettere sul senso del lavoro e il modo di rapportarsi con esso.
In questa fase, una parte di lavoratori ha:
- rimesso in discussione le proprie priorità
- ha ridefinito un nuovo piano di carriera
- ha creato un nuovo well-being
- si è rassegnata e abbandonata al proprio lavoro
In questo ultimo caso si insinua il quiet quitting che è in contrapposizione al fenomeno della Hustle Culture.
Vediamo meglio, in che cosa consiste?
Il lavoratore svolge le proprie mansioni e attività negli orari indicati con il minimo sforzo e coinvolgimento, quindi:
- evitando di fare straordinari
- non lavorando nel week end
- non prendersi ulteriori responsabilità oltre a quelle richieste per il proprio ruolo
- non rendendosi disponibile per progetti che richiedono maggiori abilità o impegno, rispetto a quello per cui si è stati assunti
- mettendoci poco entusiasmo e interesse per la propria occupazione
Questo fenomeno è maggiormente diffuso nella Generazione Z, che pone più attenzione a queste dinamiche, interrogandosi in merito al rapporto con il lavoro, cercando di creare un sano equilibrio tra lavoro e vita privata, non identificandosi con esso, cercando aziende che rispecchino i loro valori, l’etica e in cui sia definito un piano di carriera.
Se non dovessero trovare le condizioni ottimali potrebbe scattare il quiet quitting.
Che ricadute ha sull’azienda?
- Avere dipendenti poco proattivi e collaborativi riduce le performance aziendali
- va a inficiare sul raggiungimento degli obiettivi
- il clima risulta più ostile e potrebbe coinvolgere altri lavoratori
- la comunicazione tra dipartimenti, colleghi e superiori potrebbe risentirne in maniera negativa
E sui lavoratori?
- Si è poco stimolati a raggiungere gli obiettivi posti dall’azienda vivendo la propria giornata aspettando che finisca l’ orario di lavoro
- non si riesce a trovare un senso a quello che si fa, se non in termini economici o a volte nemmeno in quelli
- non si hanno ambizioni e nemmeno gratificazione nel svolgerlo
- si rimane passivi e succubi del proprio lavoro senza reagire
- non si creano rapporti con altri membri del team
Come è possibile risolvere questo problema?
Mettendo in atto in azienda un canale comunicativo con i propri lavoratori, cercando di definire dei piani di carriera individuali e di formazione, dando dei feedback costruttivi, coinvolgendoli maggiormente in progetti e creando un clima nel team che spinga alla collaborazione e allo scambio di idee, trasmettendo valori e etica aziendale.
Il quiet hiring potrebbe essere la chiave di volta per ovviare al quiet quitting, infatti l’azienda mette in atto un’apertura verso i propri lavoratori offrendo come detto formazione, piani di carriera e opportunità di crescita anche in termini di premi e benefit.
In che modo lo fa?
- Ricollocando risorse interne ovvero, spostando in posizioni vacanti dei lavoratori che posseggono le competenze adatte a ricoprirlo e ridefinendo nuovi piani di carriera, negoziando stipendi, premi e benefit.
- processi di upskilling, investendo in formazione e fornendo ai lavoratori gli strumenti per poter affrontare nuove sfide e nuovi ruoli, definendo tempi e modi degli obiettivi da
Come si ripercuote sull’azienda?
- Si crea un ambiente stimolante, dove c’è la possibilità di crescere, formarsi e creare un legame di fiducia.
- comunicazione efficace con i dipendenti, consiste anche nel dare feedback costruttivi in modo da aumentare l’efficienza della comunicazione
- un maggior benessere porta a migliori performance e raggiungimento di obiettivi
- permette di limitare i costi delle campagne di reclutamento
Sui lavoratori?
- Si crea un ambiente di lavoro in cui si è supportati e accompagnati nella definizione della propria carriera
- permette di aumentare il bagaglio di competenze
- sentirsi gratificati, formati e guidati nel percorso aumenta la volontà e la performance di fedeltà e impegno
Come influisce nel mercato del lavoro? Vediamo i pro e contro:
- Ricollocando le risorse interne, nel medio-lungo periodo le offerte di lavoro da parte delle aziende saranno limitate, creando un mercato del lavoro stagnante
- Formando figure interne si potranno avere delle professionalità ad hoc per il ruolo
- non cercando personale sul lungo termine l’azienda potrebbe perdere appeal e non attirare più nuovi lavoratori
- possibilità di ridurre costi e tempi per la selezione del personale
Barbara Salvadego – Consulente orientatrice